La terza puntata del viaggio nei social network per free-lance.
Twitter è il social network che per antonomasia s’identifica con il concetto di tempo reale: infatti, grazie alla sua caratteristica principale, vale a dire la brevità del messaggio da pubblicare (140 caratteri), è diventato un ottimo strumento per condividere notizie e informazioni. Bisogna dire che per usarlo nel migliore dei modi è necessario un device mobile perché la forza del mezzo è insita nel poter condividere qualcosa che si vede/pensa/sente qui e ora.
Grazie a queste sue caratteristiche Twitter si è consolidato come fonte d’informazione primaria sia per i giornalisti sia per gli utenti privati, specialmente durante gli eventi di portata mondiale. Basti pensare agli attentati di Oslo di pochi giorni fa: su Tweetblog viene spiegato in che modo Twitter abbia permesso di seguire le vicende minuto per minuto e in ogni parte del globo attraverso l’hashtag #Oslo.
L’hashtag è l’altro punto di forza di Twitter perché permette di raccogliere intorno a un unico link identificativo di un argomento, l’hashtag appunto, tutti i tweet su quel tema, consentendo di avere una visione d’insieme, se non una vera e propria tweetcronaca di un evento. Questa potenzialità può essere usata sia per argomenti seri (Obama ha risposto a una serie di domande raccolte su Twitter con l’hashtag #askobama) sia per seguire eventi mondani (quest’anno, primo fra tutti, il matrimonio di William e Kate con l’hashtag #rw2011). Un tweet senza un hashtag rischia di perdersi nella rete.
Ogni profilo su Twitter può essere, come sugli altri social network, pubblico o privato, ma è innegabile che, più che su altre piattaforme, in questo caso è importante il numero di followers a cui si rilancia il proprio tweet. Ovviamente, non è una cosa automatica, perché un numero elevato di followers da solo non basta a determinare l’influenza di un profilo.
E’ importante anche chi sono gli utenti che ci seguono, vale a dire che grado di interesse e di influenza hanno a loro volta. Per chiarirsi le idee consiglio un post di Markingegno intitolato “Misurare l’influenza su Twitter: 3 fattori”.
Come ho già detto per Facebook, non c’è nessun obbligo di presenza sui social network neanche per i professionisti e questo discorso vale ancora di più per Twitter, dal momento che ritengo indispensabile aprire un profilo solo quando si ha chiaramente in testa la linea da seguire. Infatti, per riuscire a distinguersi tra i milioni di utenti in tutto il mondo, bisogna produrre contenuti interessanti, anche se non per forza originali, nel senso che uno dei modi più efficaci per costruirsi una solida rete intorno è quello di condividere link interessanti. E’ importante identificarsi con un tema (comunicazione, politica, economia, ecc.) e bisogna trovare un giusto equilibrio tra il privato e il pubblico. Infatti, per quanto anche in Italia stiano aumentando quotidianamente i twitteri, resta pur sempre un social network elitario, dove la propria reputazione online può essere facilmente messa a repentaglio per un passo falso.
Una volta aperto un profilo, si deve personalizzare graficamente la propria pagina sia usando i temi di standard di Twitter sia con i propri materiali grafici, e si deve scrivere una mini biografia, anche questa di non più di 140 caratteri, che sappia dire molto di noi e risulti anche chiara.
A questo punto si è pronti per iniziare a seguire chi più ci interessa e, per facilitarci il compito, possiamo inserire i nostri following in liste (anche queste pubbliche o private) in modo da organizzare al meglio l’ascolto. Vedrete che, dopo i primi momenti di difficoltà per un mezzo completamente diverso ad esempio da Facebook, riusciremo a ricavarne moltissimo per la nostra crescita umana e professionale: leggeremo cose che altrimenti non avremmo intercettato, conosceremo persone che condividono i nostri interessi e riusciremo a entrare in community molto radicate che possono aiutarci nella nostra professione.
Per fare tutto questo è necessario un impegno in prima persona costante nel tempo, perché gli utenti di Twitter non ammettono silenzi: bisogna tener presente che a ogni nostro tweet può seguire una risposta o un retweet e bisogna quindi essere pronti a reagire anche alle critiche.
Se vi ho convinti, il mio profilo twitter è @GiuliaDevani.