Reportage e fotografia sociale – 23 febbraio ad Alessandria
Giulio Di Meo e Nicola Sacco collaborano a progetti di fotografia sociale in Italia e all’estero. Il 23 febbraio dalle 10 alle 13 terranno un workshop rivolto a coloro che vogliono avvicinarsi ad un modo nuovo di intendere la fotografia, necessariamente sociale. Nella stessa occasione presenteranno un esempio di come si possa fare fotografia sociale con PIG IRON (in uscita a febbraio 2013).
Utilizzando l’esempio di PIG IRON, si andrà ad approfondire il come nasce l’idea di un fotoreportage, la redazione di un libro fotografico e come avviene la distribuzione attraverso canali indipendenti.
Verranno illustrate le esperienze di fotografia sociale in Italia, Brasile e Africa; sarà spiegato come si racconta una storia con immagini che documentano la realtà.
Si parlerà di una fotografia capace di interessare lo spettatore, di far nascere domande anzichè suggerire risposte; una fotografia che indaghi la condizione umana non inquadrando solo gli aspetti denigranti, drammatici e spettacolarizzati; ma che neanche ricerchi forzatamente il bello.
Per partecipare al workshop di fotografia sociale
info@lab121.org – www.lab121.org – 388.957.1115
L’iscrizione è di 20 €. E’ possibile iscriversi e acquistare PIG IRON con un’offerta di 40 €, così, oltre a 3 ore di workshop avrete il libro, cui parte del ricavato sarà destinato alla realizzazione di un centro di ricerca e comunicazione teatrale gestito da giovani di Açailândia – Brasile.
Il libro – PIG IRON
Racconta la quotidianità delle persone che vivono lungo la ferrovia della regione del Carajas e dei loro disagi nell’abitare dove corrono 100 milioni di tonnellate di ferro ogni giorno. Non solo rifiuti e detriti, ma anche aria avvelenata, terreni intossicati ed esausti, pozzi d’acqua prosciugati, caos sociale.
Attraverso le fotografie di Giulio e i testi di Dario Bossi, missionario comboniano impegnato da anni per supportare le comunità locali, il libro documenta le ingiustizie sociali e ambientali commesse dalla multinazionale Vale negli stati del Pará e del Maranhão attraverso le immagini della resistenza e della speranza delle comunità.
Il progetto editoriale oltre a raccontare la storia di queste persone, è strumento per contribuire a combattere situazioni di ingiustizia e mezzo di informazione, sensibilizzazione e strumento di coinvolgimento per azioni concrete e solidali.
Le Bio
Giulio Di Meo nato a Capua (Ce) nel 1976, fotografo freelance di grande talento e sensibilità, particolarmente impegnato nel reportage sociale. La sua fotografia è capace di catturare l’anima delle “piccole cose”, la bellezza di un semplice gesto, la “quotidianità” spesso invisibile che ci circonda. La passione per la fotografia nasce fin da piccolo, seguendo le orme del padre, grande appassionato di fotografia che gli trasmette l’amore per il “bianco e nero”. A partire dall’anno 2003 lavora all’ambizioso progetto fotografico “Riflessi Antagonisti”, sulla realtà dei paesi sudamericani. Da questo progetto nasce, nel 2005, la mostra intitolata “Riflessi Cubani”.
Di Meo, dal 2004 lavora in stretto rapporto con l’Arci e collabora con numerose altre associazioni impegnate nel sociale. Nel Giugno 2006, inaugura la mostra intitolata “Tra cielo e terra”: un tentativo di dare voce alla quotidianità delle favelas di Rio de Janero. Per il 50° anniversario dell’Arci, ha realizzato il calendario 2007 e il libro fotografico “Cinquant’anni di sguardi”. Nel 2007 a Firenze, è stata presentata la mostra: “Da soli non si può…Solidarietà, cultura, diritti, cittadinanza”. A Gennaio 2008 ha presentato la mostra “Casa Luzzi, vive”, storia dell’occupazione di un-ex sanatorio da parte del Movimento di Lotta per la Casa, insieme a 350 famiglie di immigrati. Nel 2008 con l’associazione “Fiori di strada” realizza un lavoro sulla vita delle prostitute. Nel 2009 realizza il calendario e la mostra “Obiettivo Sahrawi”, con cui racconta le condizioni di vita nei campi profughi sahrawi. Dal 2004, tiene corsi e workshop sulla fotografia sociale in Italia e in vari Paesi del sud del mondo. Di Meo, ama definirsi “fotografo di strada”… è solo camminando, vivendo tra la gente, immergendosi completamente nella realtà e condividendone la vita sociale, che si può cercare di racchiudere in un fotogramma la poesia del quotidiano.
Nicola Sacco, nato ad Alessandria nel 1981, si è avvicinato alla fotografia durante gli anni dell’università e da allora è diventata soprattutto un modo per raccontare le storie che incontra. Si laurea in Integrazione Economica Internazionale a Pavia nel 2007. Collabora con l’agenzia fotografica FotoUp, per la quale pubblica uno speciale da New Orleans nel giorno del terzo anniversario dell’uragano Katrina (2008), un servizio collettivo per l’intervento sul dopo terremoto in Abruzzo (2009), uno speciale dalla Tunisia sull’ex Presidente Ben Ali (2010) e il racconto dei festeggiamenti egiziani a Milano dopo la caduta di Mubarak (2011).