L’Informagiovani di Milano, in via Dogana a due passi dal Duomo, cerca di rinnovarsi e presenta, il 27 maggio, la sua nuova identità di community: non solo servizio di sportello, ma anche spazio di autogestione in carico all’associazione degli studenti universitari milanesi.
E non solo informazioni in orario d’ufficio ma anche spazio aperto per studio, per proporre iniziative e dove assistere, la sera, a convegni dedicati ai bisogni di condivisione dei più giovani, e perché no?, dei meno giovani.
Se penso al silenzio claustrale della biblioteca civica dove studiavo ai tempi dell’Università la novità è palpabile: l’idea che ci sta dietro è quella di aprire all’interazione con i propri utenti un servizio di pubblica amministrazione tutto sommato classico, unidirezionale e paternalistico nel modo di porsi. Forse non è rivoluzionario come il tono entusiasta dei relatori farebbe a volte supporre, ma sicuramente è un piccolo passo in avanti verso un uso più sociale e partecipato della pubblica amministrazione.
Quello di ieri sembra quindi un bel caso di sharing economy messa in pratica, con l’annesso di assistervi dopo 8 ore di ufficio, in pieno centro a Milano, con buffet finale.
E ovviamente, coerentemente all’idea di condivisione e apertura che sta alla base di questa operazione, sono state anche presentare altre realtà di questo settore, tutte capaci di offrire spunti di riflessione nell’attesa del momento mangia e bevi finale, offerto da Gogol Ostello, anch’esso in fase di trasformazione all’insegna di nuovi modelli di apertura verso i propri clienti.
Si così è iniziato con collaboriamo.it, un portale di siti di sharing dei tipi più diversi, per grandi e piccini, poeti o ingegneri. Si è proseguito con realtà più legate al territorio, come Isola Pepe Verde, un esempio di sharing garden proprio sotto i nuovi grattacieli di Garibaldi, e reoose.com, un esempio di portale dove barattare oggetti con una forma proprietaria di bit coin, che ogni utente può accumulare sia per il valore intrinseco del prodotto, a parità di marchio, sia tramite meccanismi di tipo member get member. La ciliegina sulla torta: reoose.com pensa addirittura di provare a coinvolgere nel tempo i negozi, per utilizzarli come magazzini del loro servizio, un altro modo per spalancare dei luoghi ad un uso più partecipato e sociale rispetto alla loro logica istituzionale. Si è parlato anche di socialstreet.it, un progetto che cerca di trasformare i vicinati in community, con eventi e servizi di book sharing e baratto. E si sono presentate anche delle realtà di coworking e making locale, come Yatta, nata a gennaio a due passi dal quartiere Isola, e Impact Hub.
Il tutto col Sindaco Pisapia presenziante.
È ancora una Milano da bere, non illudetevi, ma ci sono occasioni dove iniziare a sorseggiare con lentezza ascoltandosi maggiormente.
@Alessandro Scotti