L’educatore professionale come Rete verso il cambiamento
L’educatore professionale si inserisce, a livello lavorativo, entro contesti numerosi e diversificati: dalla “strada”, alla comunità residenziale, ai centri diurni, alle strutture deputate alla presa in carico di problematiche quali la tossicodipendenza, l’alcolismo e così via.
Il suo ruolo non si esaurisce nell’ambito del disagio ma, in generale, riguarda l’accoglienza dell’altro e delle problematiche di cui è portatore e lo
sviluppo di una relazione autentica attraverso cui operare il cambiamento.
Nella mia esperienza personale, maturata in circa 15 anni di lavoro sul campo, ho potuto sperimentare come l’educatore, per essere realmente tale, debba essere in grado di fornire alla persona che ha di fronte validi strumenti per riuscire a rendersi quanto più autonomo.
In tal senso, il ruolo dell’educatore può ricollegarsi alla funzione di empowerment, ovvero al processo attraverso cui le persone, accrescendo le proprie competenze ed abilità, sentono di “essere in grado di”, di “poter fare ed essere“.
A mio avviso, un’altra importante funzione dell’educatore è quella di farsi motore e promotore di cambiamento e ciò deve necessariamente avvenire in sinergia con le altre risorse del territorio.
Alla luce di questo, l’educatore si trova a fare rete con numerose figure professionali, alcune delle quali strettamente legate all’ambito socio-sanitario, quali medici, psicologi, assistenti sociali, terapeuti, neuropsichiatri; accanto a ciò, si collocano tutta una serie di altre professionalità con le quali l’educatore può collaborare per sviluppare progetti e attivare percorsi: mediatori culturali, insegnanti, responsabili comunali, media educator e così via.
Pensandoci bene, io stessa sono l’esempio di come si sta delineando la figura dell’Educatore. Attualmente lavoro presso l’Ufficio Progettazione e Sviluppo di una Cooperativa Sociale in cui mi occupo principalmente della stesura (e successiva realizzazione) di progetti rivolti ai minori, alle famiglie e/o alle persone in situazione di disagio. Accanto a ciò, collaboro con i referenti delle amministrazioni comunali per l’attuazione di progetti finalizzati all’impiego lavorativo dei giovani, allo sviluppo di condotte di sana e civile convivenza e così via. Infine, sono responsabile dell’organizzazione di eventi formativi, aperti a tutta la cittadinanza, improntati principalmente a sensibilizzare le persone circa le problematiche del mondo giovanile ed il delicato rapporto intergenerazionale.
Dominique Campete